“Pronto, dottore? Mio figlio è intelligentissimo!”

Spesso inizia così la telefonata di un genitore di un bambino con probelmi di linguaggio e comunicazione.
Molte persone, al momento della prenotazione di un consulto, a tutte le altre notizie di più immediata utilità, antepongono un chiarimento o una frase auto rassicurante che, non solo non mi serve per capire sia pure in linea generale che tipo di visita devo prenotare, ma, al contrario, mi insospettisce ancora di più sulla vera natura del disturbo o comunque mi fa pensare che non sarà facile far comprendere subito le informazioni che necessiterà spiegare.
Due esempi tipo: il primo, riferibile all’evenienza più grave, è identificabile in questa modalità di presentazione:
“Pronto dottore, volevo dirle che mio figlio è intelligentissimo…”.
“Beh, e allora perché mi ha chiamato? Per dirmi questo?”, replico io.
“No, è intelligentissimo, capisce tutto, però non parla, sfarfalla con le mani, tende a isolarsi, non guarda negli occhi…”
e via così descrivendomi quello che sembra essere già un quadro di autismo!
Altri esempi, riferibili a situazioni meno gravi: “Mio figlio non pronuncia bene alcune lettere a causa del bilinguismo di noi due genitori”, oppure: “Il mio bambino parla poco perché si è ingelosito in seguito alla nascita del fratellino.
Insomma, descrizioni di sintomatologie con inclusa l’ipotesi diagnostica!
Ciò che accomuna – in negativo – questi tipi di dichiarazioni è, a mio parere, la velata / quasi inconscia percezione o paura di avere già qualcosa di più impegnativo o grave di quel che si sta descrivendo.
Fin qui, si potrebbe dire che si tratta di un fenomeno comprensibile ed umano.
Purtroppo però – e qui parlo per lunga esperienza- persone che approcciano in questo modo il proprio problema o quello dei propri figli, si dimostrano spesso (per fortuna non sempre) poco propense ad accettare le vere motivazioni che in occasione della visita vengono poste come interpretazione delle cause del problema evidenziato, con conseguente frequente rifiuto anche dei rimedi suggeriti, perché non consoni alla misura ridotta o preliminarmente prescelta nel presentare la patologia.

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