Creare il senso di fiducia nelle proprie capacità è fondamentale per lo sviluppo e il benessere psicofisico dei nostri figli, anche se non è un compito facile.

Certi bimbi sono insicuri e ansiosi e costruiscono quindi una personalità pessimista fondata sul senso di sfiducia verso sé stessi e gli altri. Secondo studi come quelli di John Bowlby, noto psicologo britannico, studioso dei legami affettivi nella famiglia, la fiducia si forma con la presenza di figure fidate che interagiscono con il fanciullo.
Ogni essere vivente è in grado di affinare il proprio ingegno se ha di fianco persone che andranno in suo aiuto. Per il bambino la figura di fiducia ossia la figura “nota” è tipicamente la madre o chi principalmente si prende cura di lui. Questa è definita “di attaccamento” e svolge un ruolo rilevante nella formazione della fiducia in sé stessi e dell’autostima. Oltre alla presenza di figure femminili  rivestono importanza anche quelle maschili. Una delle loro principali funzioni è quella di sviluppare nel fanciullo un processo di crescita che lo conduca a esplorare il mondo esterno.

La figura maschile infatti funge da ponte tra il mondo interno (familiare) e quello esterno (delle relazioni sociali). Nei primi anni di vita, quindi, il bambino  necessita della presenza di figure adulte fidate, maschili/femminili, che siano un punto di riferimento, una base sicura da cui partire per esplorare il mondo. La parziale o totale assenza di queste figure  potrebbe influenzare la propria personalità futura in modo non del tutto positivo. Secondo altre ricerche, le personalità ben adattate sono quelle che hanno raggiunto un equilibrio tra iniziativa e fiducia in sé stessi  da una parte, capacità di chiedere aiuto dall’altra. Queste personalità sono cresciute con figure di riferimento unite tra loro, con adulti che non hanno mai mancato di fornir loro appoggio e incoraggiamenti, che rispettano e accettano le iniziative del fanciullo.

Importante, quindi, è spronare all’autonomia senza però imporla ed essere presenti durante le richieste di aiuto. Così si crea un senso di fiducia nelle proprie capacità, nei confronti delle figure adulte interne ed esterne alla famiglia e “dulcis in fundo” si pongono le basi per costruire solidi rapporti relazionali.  Pare chiaro allora che il senso di fiducia  dipende dal tipo di relazione che l’infante ha avuto con i genitori o con chi si è occupato di lui durante i primi anni di vita.
Secondo una ricerca anglosassone di alcuni decenni fa, questo senso di fiducia/sfiducia si svilupperebbe in base alla capacità delle figure adulte di interpretare in modo corretto e reattivo le necessità del bimbo, in sintesi alla capacità della “madre” (così riportava la ricerca) di essere sensibile o meno ai bisogni del bambino. Sembrerebbe infine che ci siano sette regole per aumentare fiducia e autostima del proprio figlio nel caso in cui non l’abbia ancora sviluppata.

Vediamole qui di seguito.

1- Porgli obiettivi realistici: se l’obiettivo è molto ambizioso, aiutarlo a raggiungere il traguardo attraverso tappe intermedie.
2- Ancorarlo nei suoi successi: rafforzare i successi anche se questi fossero minimi.
3- Criticarlo in modo costruttivo: usando la tecnica complimento/critica. Esempio: “Grazie del tuo aiuto ma non hai ancora riordinato la tua stanza”.
4- Credere in lui: fargli sapere che ce la farà.
5- Sostenerlo: fargli capire quando si mostra scoraggiato che si possono perdere le battaglie ma non la guerra.
6- Fare il tifo per lui: stimare le sue capacità senza esagerare.
7- Coltivare i suoi talenti: coltivare cioè le sue passioni.

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