A tre anni, l’ingresso alla scuola materna, non sempre è facile e vissuto con allegria, per alcuni bambini poi, presenta particolari disagi e sofferenza.
Un inserimento scolastico sereno è comunque sempre il risultato di vari fattori: quando una madre e un padre fiduciosi che trasmettono al bambino sicurezza, una buona relazione tra insegnanti e genitori, un ambiente scolastico accogliente, giocoso e colorato che attrae e stimola, il bambino con piacere trova subito il suo posto all’interno di un ambiente nuovo, fatto di relazioni nuove sia con gli insegnanti, sia con gli altri bambini e il nuovo lo rende vivo e attiva la sua curiosità, il piacere di imparare e di stare insieme agli altri bambini.
Quando, invece, il bambino è insicuro, soffre, piange, non è in grado di attivare le proprie capacità intellettive e relazionali, si ribella e rifiuta la scuola.
Spesso presenta anche sintomi fisici: ha mal di pancia, vomita, è pigro ad alzarsi la mattina, ha mal di testa. In questi casi di forte sofferenza, anche se il comportamento del bambino riguarda in modo specifico la scuola, bisogna tener conto che la causa, invece, ha radici più profonde ed è collegata alla sua fase di crescita.

Ogni fase nella vita del bambino è come un passaggio da uno stato fisico, emotivo, cognitivo ad un altro e questo non avviene mai senza difficoltà, e le difficoltà e il loro superamento in una condizione serena lo aiutano a crescere. Il problema nasce quando le normali difficoltà della crescita sono vissute in modo traumatico e doloroso.
A tre anni, quando il bambino entra per la prima volta nella scuola materna, egli vive il suo primo importante distacco dai genitori e dalla madre, soprattutto se negli anni precedenti ha potuto avere la madre più a lungo a sua disposizione.

Ma anche per la madre è un distacco importante e spesso le madri sono più o meno ansiose, hanno timori e paure di ogni genere: si troverà bene? Mangerà? Sarà trattato amorevolmente? Riuscirà a fare ciò che le maestre gli insegneranno?

Il distacco non solo può essere sofferente, ma è caricato anche da innumerevoli aspettative. Se il nostro è un bambino che presenta forti difficoltà è bene evitare due cose: fare propria la ricetta: “con il tempo tutto passa” o agire in modo aggressivo e imporre la scuola anche se piange.
Le situazioni lasciate a se stesse finiscono con l’incidere pesantemente nell’ambiente familiare e diventano spesso, un costante motivo di discussione anche all’interno della coppia genitoriale, compromettendo la pace familiare.

E che cosa accade al bambino?
Si trova coinvolto totalmente in questo conflitto tra papà e mamma, li vede discutere per lui e su di lui, e tenderà a peggiorare il suo stato rinchiudendosi ancora di più.
La consulenza psicologica per i genitori può permettere ai genitori di approfondire i veri motivi che sono dietro al rifiuto della scuola, e a individuare la soluzione adeguata. Spesso, dopo un confronto con il consulente psicologo, i genitori scoprono che la soluzione è semplice e immediata, che possono ricevere utili indicazioni su come ascoltare il proprio figlio, senza banalizzare le sue incertezze e paure, e vedere che cosa si sta ignorando.
La consulenza con un esperto va vista come una guida che rispetta pienamente il ruolo dei genitori, senza volersi sostituire in nessun modo a loro, senza esprimere giudizi e valutazioni, ma che accoglie amorevolmente le loro difficoltà, per creare dei cambiamenti positivi volti a ristabilire un’armonia familiare e a ridare al bambino la gioia di tornare a scuola.

Consigli per il Ben-Essere del Bambino e del Genitore
Alle madri:
parlate a vostro figlio dei vantaggi piacevoli della scuola e insieme alle insegnanti preparate una conoscenza graduale.
Ai padri: insieme alla madre accompagnate vostro figlio il primo giorno di scuola, da voi prende la forza e la sicurezza di cui ha bisogno.

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