Una crescente richiesta del tempo pieno a scuola, una moltitudine di compiti da svolgere il pomeriggio, il corso d’inglese, la danza, il nuoto, il catechismo e un’avvicendarsi di sistemazioni provvisorie: la casa dei nonni, quella della zia o della vicina, la baby sitter.
Questi i primi dati che emergono dall’Osservatorio Provinciale attivato dalla Federazione Italiana Scuole Materne.

Di quanto tempo può disporre un bambino senza che qualcuno gli organizzi la giornata con orari e ritmi frenetici?

Probabilmente poco o niente. A conferma di tale tesi, anche un’indagine condotta da Eurispes e da Telefono Azzurro, indagine che sottolinea come solo 11,2 bambini su cento ai quali  è stato chiesto se durante la giornata gli capita di non avere niente da fare, ha risposto di si, il 67,1% ha risposto ogni tanto mentre il restante 20% ha detto mai. Sostanzialmente le stesse risposte che avrebbero dato i manager pi impegnati.
All’origine di un così scarso rispetto per l’infanzia e le sue prerogative vi è la considerazione che questa sia esclusivamente una fase preparatoria all’età adulta, e in quest’ottica il praticare tante attività risponde all’esigenza di costruire un perfetto futuro per il proprio figlio.
Ma pianificare attività ai bambini, ha troppe volte l’effetto di soffocarne il pensiero, distruggendone la spontaneità, la curiosità, l’immaginazione e l’attenzione alla dimensione magica e intuitiva; i bambini si trasformano cos in piccoli adulti e come gli adulti sperimentano stress, ansia, frustrazione diventando spenti e tristi.
E questo  un vero e proprio sacrilegio.
Il problema di come impegnare il tempo libero dei bambini  un fenomeno recente, fino a pochi anni fa, infatti, finiti i compiti era ovvio e scontato andare in cortile a giocare. Oggi, l’alternativa sembra essere quella tra una tabella di marcia super organizzata o pomeriggi infiniti trascorsi davanti la televisione unica compagna di giochi passivi e frustranti dal momento che non si può certo giocare con i personaggi che ci sono al suo interno.
Ed  proprio la tv, ricca di cartoni  con combattimenti e spade volanti, ad alimentare un’aggressività che poi il bambino non potrà in alcun modo sfogare se non con il joy-stick, uno strumento capace di creare la virtuale illusione di essere impegnati in un combattimento e di distruggere tutto quanto lo circonda.
I bambini di oggi hanno tutto ma manca loro l’indispensabile.
Sono convinta che se potessero disporre di un avvocato sicuramente chiederebbero al mondo degli adulti di trovare per loro un equilibrio tra un eccesso d’impegni e il vuoto totale, chiederebbero di progettare gli spazi urbani e le case ricordandosi di quel bisogno insito in ogni bambino che  il muoversi liberamente, correre qua e là, giocare, dare spazio alla creatività, imparare a riconoscere l’altro e  a capire se stessi.

Tags:
articolo pubblicato su