Concepimento

Meglio non concepire nei giorni ventosi o troppo vicini a una festività solenne come il Natale o la Pasqua (Toscana), perché il bebè sarebbe cresciuto violento e superbo.
In Veneto, per favorire la fecondità, le sposine indossavano senza mai lavarla e sino al momento della fecondazione, la camicia da notte di una donna pluripara.
Una volta riuscite ad evitare dermatiti, infarti o polmoniti e rimanere finalmente incinte, le donne dovevano prestare massima attenzione a cosa facevano, onde evitare che i figli nascessero affetti da morbi e difetti fisici vari.
Ad esempio dappertutto vigeva la prescrizione di non guardare persone o animali deformi o semplicemente brutti, ché altrimenti il pupo sarebbe nato uguale a loro.
Ovunque s’intimava di non passare sotto il muso d’una cavalla, sennò la gravidanza sarebbe durata 12 mesi; mai bere direttamente dal secchio del pozzo, per evitare un fantolino con la bocca larga e andare sempre a letto presto, per evitargli la testa grossa.
Guai ad indossare collane, si sarebbe strozzato col cordone ombelicale; anatema a chi col pancione teneva gatti in braccio (Val Trebbia) rischiando di farlo nascere con le manine a zampa di gatto, prive di falangine e falangette; sciagurata colei che lavorava piegata in avanti (Marche), poiché la creatura avrebbe avuto il naso schiacciato.
 

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