Che lo desideriamo o meno, tutti noi siamo costantemente in ascolto, ma… non basta possedere l’apparato uditivo per essere certi che l’ascolto sia anche attento.

Di sicuro la nostra esperienza acustica e quella dei bambini è esposta a una quantità di stimoli sonori del mondo naturale, fisico, culturale, tecnologico, assistiamo inerti ad un incremento dell’inquinamento acustico: si moltiplicano i rumori per le strade e nelle case e il bambino si abitua a vivere il suono come sottofondo allontanandolo, a poco a poco, dal piano della consapevolezza.
Conseguenza questa anche del fatto che, sin dalla tenera infanzia, si stimola nel bambino la consapevolezza di ciò che vede e non di ciò che sente.
Ad esempio quando gli si insegna come attraversare la strada gli si dice di guardare bene a destra e a sinistra per essere sicuro che non arrivino auto, ma non necessariamente di ascoltare il suono di un veicolo che si avvicina.
Quest’impoverimento del “senso dell’udito” induce semplicemente ad udire e sentire e a non ascoltare non solo i suoni i rumori, la musica ma addirittura gli altri.
Tutto l’universo sonoro agisce sull’affettività e la razionalità del bambino e contribuisce nella formazione del suo immaginario sonoro che diventerà, a sua volta, materiale d’uso che il bambino imparerà ad adoperare, con la voce, con il corpo con i mezzi sonori che trova e cerca intorno a sé.
Detto questo, risulta importante, più di quanto si possa immaginare, formare e sviluppare nel bambino la sensibilità musicale, la percezione del suono, il senso ritmico, l’uso appropriato della voce, il legame tra suono-gestualità-corpo.
Tutti questi elementi lo aiuteranno nella sua crescita e creatività e costituiranno, nello stesso tempo, una spia dello sviluppo infantile, un mezzo più sicuro per stabilire i progressi compiuti dalla sua personalità.
Per rendere l’orecchio sensibile al meraviglioso mondo di suoni che ci circonda e suscitare interesse critico per l’elemento “suono”, il gioco musicale prevede la pratica di esercizi denominati “per la pulizia dell’orecchio”: una raccolta di attività che non richiedono abilità particolari per essere svolte né vanno eseguite in modo sistematico dall’inizio alla fine ma sono destinati piuttosto, ad un’esecuzione casuale a seconda delle necessità.
Il suono dovrà entrare silenziosamente e gradualmente nella gestualità dei bambini, emergendo con naturalezza nel processo di alfabetizzazione, solo così riuscirà a conquistarli con maestria avvolgendoli con le sue infinite possibilità di trasformazioni sino a divenire docile strumento nelle loro mani nonché, mezzo per poter esprimere, in modo libero e spontaneo, tutta la ricchezza multiforme del loro mondo interiore.
Di sicuro, sviluppando l’abilità di ascoltare si formeranno persone capaci di comprendere punti di vista diversi, pronte a cogliere non le differenze fra loro ma le somiglianze fra tutti.
 

Pianeta autismo e musicoterapia