Il diabete mellito interessa in maniera sempre più frequente la fascia d’età che va dai 0 ai 14 anni. In particolare, nell’età pediatrica esistono principalmente due diverse tipologie di diabete mellito.
La maggiore attenzione rivolta al diabete mellito negli ultimi anni, ha aiutato a ridurre quelli che sono considerati i sintomi gravi all’esordio, primo fra tutti il coma diabetico.

Il diabete mellito tipo 1 è quello più frequente fra i bambini, caratterizzato dalla formazione inaspettata di alcuni anticorpi cattivi che distruggono le cellule del pancreas deputate alla produzione dell’insulina, la proteina del nostro organismo che serve a far immagazzinare gli zuccheri (sotto forma di glucosio) nelle nostre cellule. Questo attacco improvviso contro le cellule del pancreas ha una minima predisposizione genetica e non è correlato al sovrappeso dei nostri bambini.
Il diabete mellito tipo 2 è invece strettamente correlato al sovrappeso e all’obesità ed è influenzato maggiormente dall’ereditarietà. In questo caso sono il peso eccessivo e un’alimentazione sbagliata ad esaurire troppo precocemente le riserve di insulina del pancreas. Un bambino che si sta ammalando di diabete inizia ad urinare molto, anche di notte, e di conseguenza inizia a bere tanta acqua durante la giornata.
Inoltre, nonostante abbia tanta fame, dimagrisce e perde peso. Il glucosio (che di norma deve rimanere sotto i 100 mg/dl a digiuno e sotto i 140 mg/dl due ore dopo i pasti principali) proprio perché non riesce ad essere immagazzinato, aumenta enormemente fino a raggiungere nel sangue concentrazioni di 700-800 mg/dl e più. Questi sono i segni e i sintomi precoci che a volte purtroppo non vengono riconosciuti.
Oggi un bambino che si ammala di diabete mellito tipo 1 ha bisogno di eseguire una terapia quotidiana con insulina sottocutanea, la proteina prodotta dal pancreas che purtroppo viene a mancare quando compare il diabete mellito. Così come i bambini con diabete mellito tipo 1, anche i bambini in sovrappeso e a rischio di sviluppare diabete mellito tipo 2 se non modificano definitivamente il proprio stile alimentare e non intraprendono un’attività fisica costante sono destinati a praticare questa terapia che purtroppo deve durare per tutta la vita. Il diabete mellito non va sottovalutato perché già a distanza di 5-10 anni può portare a delle complicanze che possono risultare irreversibili.
La glicemia elevata può danneggiare la retina (e dunque la vista), può provocare danno renale fino all’insufficienza renale e alla dialisi, può rovinare la parete delle nostre arterie, causando infarti al cuore, ictus cerebrali e può danneggiare irreversibilmente la circolazione dei nostri capillari fino all’amputazione di dita e piedi nei casi più estremi. La ricerca sta effettuando passi da gigante nella cura e nella prevenzione di questa malattia.
Già da alcuni anni esistono degli apparecchi, sempre collegati con una piccola cannula di plastica al di sotto della cute del bambino, in grado di misurare la glicemia e in tempo reale praticare la dose di insulina necessaria.
Sono in corso studi nazionali e internazionali sulla possibilità di trapiantare con una semplice flebo le cellule del pancreas distrutte in corso di diabete mellito tipo 1, sullo sviluppo di vie alternative a quella sottocutanea per la somministrazione di insulina (per bocca o per aerosol o per spray nasale) e sulle risorse del nostro sistema immunitario che potrebbero, se ben stimolate e governate, prevenire la comparsa del diabete mellito tipo 1.

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