Domande e risposte sulle disfonie croniche infantili

“Dottore, le porto a visita mio figlio perché da circa due mesi ha la voce bassa e rauca.”
“Quanti anni ha il suo bambino?”
“Ne ha appena cinque. Infatti mi sembra strano che già a questa età possano esserci disturbi della voce, tanto meno delle corde vocali. Lo ha detto proprio il pediatra.”
“Ecco un altro caso in cui si minimizza e si pensa che determinate patologie non possano comparire tanto presto.”

“Dunque, dottore, lei pensa che possano già esserci problemi alle corde vocali del mio bambino?”
“Se la raucedine è persistente, non è da escludere che possano essercene. Le corde vocali sono strutture delicate che possono danneggiarsi in caso di cattivo uso”.
“Che cosa intende per cattivo uso?”
“Mi riferisco ad abitudini fonatorie scorrette, che nel volgere di breve tempo possono produrre danno a carico delle corde vocali.
Tali cattive abitudini sono il gridare spesso,  cioè utilizzare la voce su intensità elevate;  cercare ad esempio di farsi sentire a distanze  eccessive, come da una stanza all’altra della casa, e per giunta con rumori di fondo  quali televisori e stereo ad alto volume che costringono ad alzare ulteriormente  la voce; oppure giocare con altri bambini gridando continuamente; o ancora cantare a scuola in cori nei quali l’unica esortazione dell’insegnante è quella di far sentire forte la voce piuttosto che usarla correttamente”.

“E in casi del genere possono prodursi danni alle corde vocali?”
“Sì, e ne ho visto già molti in numerosi bambini, anche all’età di tre-quattro anni”.

“Come si fa a vedere le corde vocali in un bambino?”
“Con l’esame laringoscopico, così come si  effettua in un adulto”.

“Ed è possibile eseguire una laringoscopia in un bambino?”
“Se collabora e l’esaminatore a sua volta è capace ed esperto, sì, è possibile”.

“Che differenza c’è tra le corde vocali di un bambino e quelle di un adulto?”.
“Una corda vocale è formata essenzialmente da tre strati: quello più interno, che è il muscolo vocale, poi c’è una lamina elastica, e superficialmente troviamo la mucosa, che è la parte vibrante della corda. Nel bambino la lamina elastica (che funge da ammortizzatore meccanico) si forma verso i sette anni, per cui prima di tale età i danni strutturali risultano più ampi e meno circoscritti, come nel caso dei classici noduli cordali degli adulti”.

“Ed è peggio o è meglio?”
“Nè l’uno nè l’altro, direi che è semplicemente  diverso, ma comunque non è auspicabile”.

“Una volta appurato che la voce rauca dipende da danni cordali, quali provvedimenti è possibile adottare? Sento parlare spesso di aerosol, sciroppi o prodotti omeopatici. Lei, dottore, che cosa suggerisce?”.
“Niente di tutto quello che ha detto. Gli aerosol di solito provocano secchezza delle mucose, e dunque rendono addirittura più difficile e faticosa l’emissione della voce. Anche altri farmaci, siano essi omeopatici o allopatici, non sortiscono effetti significativi, per il semplice motivo che non siamo davanti a infiammazioni o a infezioni, bensì a conseguenze meccaniche di cattive  abitudini e dunque a uso improprio della voce. Di conseguenza, il rimedio non sarà farmacologico ma rieducativo riabilitativo. Suggerisco pertanto innanzitutto l’instaurazione di buone norme di igiene vocale: non gridare, non cercare di farsi sentire a distanze eccessive, non cercare di sopraffare gli altri  con la voce, non cantare in cori diretti da  incompetenti e dilettanti. Poi affidarsi al trattamento foniatrico-logopedico consistente in esercizi respiratori e fonatori tendenti a migliorare lo stato delle corde vocali attraverso un più appropriato modo di utilizzare la voce”.

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