L’analisi del pediatra sullo stretto rapporto psicologico che resiste alla recizione del cordone ombelicale.

È necessaria la figura del pediatra, in quanto in possesso delle specifiche nozioni che gli permettono di conoscere il bambino dalla nascita, sia dal punto di vista fisico che mentale e comportamentale, di aiutare lui e i suoi genitori a risolvere al meglio le problematiche di “sviluppo” dell’individuo che si presenteranno fino alla soglia dell’età adulta.
Non è un caso che a questo punto abbia citato i genitori, infatti, il rapporto tra mondo circostante e bambino (e anche in parte tra bambino e pediatra) è mediato dall’azione dei genitori e soprattutto nel primo periodo di vita, dalla madre, la quale probabilmente, ha un regime circolatorio (pressione, frequenza cardiaca) diverso da quello del bambino, a seconda del suo tipo di vita e delle sue esperienze.
Ad esempio, se la madre è iperattiva, in continuo movimento, è probabile che il bambino si sarà abituato a questo modo di vivere e, una volta nato, si aspetterà di essere continuamente sballottato, bamboleggiato; se la madre è quieta e serena, il bambino probabilmente sarà preparato a vivere in un ambiente tranquillo.

In un certo senso si può dire che sa più cose il bambino della madre che lei del figlio.

Con la nascita si ha la divisione fisica dei due esseri, con il taglio del cordone ombelicale, ma (secondo Winnicot) non si ha una vera e propria separazione psicologica, in quanto il bambino non ha ancora una conoscenza di sé, cioè non si rende ancora conto di essere un’entità nettamente separata dalla madre, un’altra persona, e si sente un tutt’uno con lei. D’altro canto, negli ultimi mesi di gravidanza le madri si vanno orientando interiormente fino a divenire capaci di identificarsi in tutto e per tutto col proprio bambino, su cui proietteranno gran parte di loro, per il quale finalizzeranno gran parte delle loro azioni.
Questo processo prende il nome di “predisposizione materna primaria”.
Ecco quindi che la coppia (duplice) divisa fisicamente al momento del parto, rimane unita (unica) psicologicamente ancora per molto tempo. Il bambino neonato nei primissimi mesi è protetto nella mente della madre come lo era fisicamente nel suo utero, protetto in tutto e per tutto, come in un avvolgente abbraccio, che lo sostiene nelle sue esperienze del mondo. Questo fenomeno si chiama appunto “holding” dall’inglese “abbraccio”.
Tutti questi concetti sono mirabilmente rappresentati nel dipinto della Francesca “La Madonna del parto”, che raffigura appunto la Madonna che, con l’espressione del viso dolce ed estatico e con il braccio che sembra quasi avvolgere e proteggere il ventre che contiene il bambino, evidenzia perfettamente la predisposizione materna primaria e l’holding di tutte le madri.