Fin dai primi contatti con il corpo della madre, il bambino fa un’esperienza molto importante: sperimenta il piacere o il malessere e riconosce tali sensazioni in relazione a determinate esperienze concrete.

Ad esempio il malessere quando ha l’aria nella pancia e il piacere quando è appoggiato al petto della madre. Queste sensazioni, ripetendosi nel tempo, vengono memorizzate dal bambino sia nella mente che nella memoria corporea. Il bambino impara a riconoscerle e con il tempo sperimenta anche un’altra cosa; dopo che la madre si è allontanata, ritorna.
Che cosa sta facendo il bambino?
Sta svolgendo un’importante operazione, mentre fa esperienza; associa le sue sensazioni fisiche alle situazioni: il piacere alla madre che nutre, al padre che gioca, ecc. e il malessere alla mancanza. Quando fa queste associazioni mentali, unite alle sensazioni del corpo, in realtà egli crea delle immagini e sono le immagini che fanno memorizzare l’esperienza fatta.
Perché è così importante creare immagini?
Quando la madre comincia lo svezzamento, e più tardi comincia ad abituare il bambino ai primi distacchi e ai primi allontanamenti, l’aver imparato a creare immagini in cui la madre manca e poi ritorna, funziona in modo efficace per affrontare meglio l’assenza della madre. Quindi il bambino impara a gestire l’assenza di una persona cara o la mancanza di un oggetto, con serenità e fiducia: la madre ritornerà. In questo modo, il bambino si protegge dalla paura più antica, quella di perdere la madre e con essa la fonte del suo sostentamento e benessere.
Mentre cresce, il bambino gradualmente si distacca dalla madre, per diventare sempre più autonomo, e lo fa serenamente senza traumi solo se impara ad accettare la separazione, ma questo riesce solo se può immaginare che dopo la separazione c’è anche un ritorno. Allora, quando dovrà andare alla scuola d’infanzia, il primo giorno non sarà un dramma, il bambino è pronto, se ha potuto maturare interiormente l’immagine positiva della madre e del padre.
Avere dentro di sé l’immagine positiva dei suoi genitori è come averli realmente e sentirli presenti dietro alle proprie spalle o al proprio fianco, con il loro amore e la loro protezione.

Le immagini che un bambino produce dentro di sé sviluppano anche il suo movimento verso la vita.

Il bambino che ha prodotto immagini serene e che ha sperimentato in una certa misura la mancanza di un oggetto o di una persona, saprà affrontare con meno fatica i vari ostacoli della vita, sarà caratterizzato da un atteggiamento di maggiore fiducia nella risoluzione dei problemi e sarà più disponibile a cambiare una situazione triste in gioia e ad essere più flessibile.
Il bambino iperprotetto, che ha avuto tutto e subito e tutti a sua disposizione e non ha mai sperimentato cosa significa desiderare, aspettare un giocattolo, o che una persona arrivi, crea immagini in cui tutto gli è dovuto e, di conseguenza, nella vita tenderà a muoversi in modo tale da aspettarsi che siano sempre le situazioni e gli altri ad adattarsi a lui. Il bambino che è stato molto trascurato, sviluppa un immaginario popolato di figure potenti e aggressive e tenderà invece a muoversi con sospetto, con prepotenza, cercando di prevaricare sugli altri per paura che a lui non rimanga nulla, o con la paura continua e profonda di essere abbandonato ed escluso.
Per arricchire l’immaginario di vostro figlio:
– quando il vostro bambino fantastica, giocate con i suoi personaggi, aggiungendo degli elementi più dettagliati inventati o reali; raccontate o inventate storie ricche di particolari.
– fate tutti i giochi in cui si compare e scompare come il più noto e antico cucù settè.
“Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore? E vedrete che tutto cambia… Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.” (Saint-Exupery)