Quando parliamo di creatività intendiamo una caratteristica comune dell’essere umano, un potenziale, o meglio una ricchezza, che è presente in ognuno di noi; inoltre va sottolineato come il processo creativo è un qualcosa di “curativo” che arricchisce la vita di tutti gli individui.

Recenti studi hanno evidenziato come creatività ed intelligenza siano due funzioni distinte del pensiero: la creatività è espressione del pensiero divergente, l’intelligenza, invece, è la testimonianza del pensiero convergente. Il pensiero divergente ha delle caratteristiche specifiche quali: mentalità aperta, insofferenza per le regole rigide, abitudine nel creare un maggior numero di problemi e nessun tipo di soluzione e curiosità. Il pensiero convergente risulta più prevedibile, risolve un maggior numero di problemi ed è rigoroso nel rispettare le regole imposte. Il pensiero convergente rappresenta, dunque, l’intelligenza, al contrario il pensiero divergente produce l’atto creativo.
Questa distinzione è importante quando si entra in contatto con persone con deficit cognitivi. Infatti se andiamo a stimolare la creatività potremo stimolare anche l’intelligenza ed è importante sottolineare come, sviluppando la creatività del soggetto in questione, andremo a sviluppare anche la sua intelligenza.
A tal proposito è importante parlare anche di quello che è il rapporto tra emozioni, musica e creatività, attraverso un esperimento pratico che ognuno di noi potrà replicare. I bambini sono sensibili ai cambiamenti climatici, ad esempio una giornata uggiosa può renderli facilmente tristi. Sono sensibili alla mancanza dei genitori, impegnati con il lavoro e che non hanno molto tempo da dedicare ai propri figli. La Musicoterapia, attraverso il supporto dell’arte, tenta di trasformare questa tristezza in gioia; prova a risollevare l’umore dei bambini e magari anche quello dei genitori che, riuscendo a trascorrere del tempo con i figli, dimenticano per un po’ quelli che sono i problemi quotidiani. Il processo per rendere felici i bambini è abbastanza semplice e ciò di cui si ha bisogno sono dei fogli bianchi, delle tempere e il brano “Over the Rainbow” di i E.Y. Harburg e Harold Arlen. È importante captare il significato delle parole (in questo brano si parla di un luogo lontano, oltre l’arcobaleno dove tutti sono felici).

Come procedere?

Mentre si ascolta il brano, prendere un foglio di carta e schiacciare una piccola quantità, di ognuno dei colori di cui è formato l’arcobaleno; tracciare una linea verticale (per ogni colore), fino al termine del foglio e, per ricreare al meglio un arcobaleno, è importante procedere da sinistra verso destra. Quando parliamo dei colori e della creatività è fondamentale citare Edward de Bono padre del concetto del pensiero laterale il quale ci propone un metodo originale per abituare noi stessi a pensare con sei diverse modalità. Ogni modalità verrà associata ad un cappello che possiamo indossare e togliere quando ne abbiamo bisogno. I “cappelli” di de Bono sono sei ed ognuno assume un colore simbolico: il cappello rosso è la libera espressione dell’emotività; quello nero rileva tutti gli aspetti negativi, tutte le ragioni per cui una determinata cosa non può andare; il cappello giallo, invece, ci rileva tutti gli aspetti positivi e le opportunità; quello verde indica tutti i nuovi sbocchi creativi, le analisi e le nuove idee; il cappello blu è quello che pianifica, organizza e stabilisce le varie priorità; infine, il cappello bianco rappresenta il ragionamento analitico che riporta i fatti così come sono nella realtà.
Quindi muniamoci di una vasta tavolozza di colori, di buona musica e iniziamo a dare a forma alle nostre emozioni, sentimenti e stati d’animo.

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