Tutte le aspiranti mamme che scrivono una lettera alla cicogna, in attesa della risposta, cominciano ad assumere una dose giornaliera di Acido Folico (AF) per la prevenzione della spina bifida, dell’anencefalia e di tutti i difetti del tubo neurale (DTN).

Il lievito di birra secco, i legumi, gli asparagi e le verdure in foglia sono gli alimenti più ricchi di AF, vitamina essenziale per la vita che non viene prodotta dall’organismo umano e deve essere introdotta con la dieta. Essendo una vitamina idrosolubile, termolabile e fotosensibile, la sua presenza nei cibi dipende dalle modalità di cottura e di conservazione degli alimenti. L’AF è molto stabile in ambienti secchi, in assenza di luce e ossigeno e può subire importanti perdite nell’acqua di cottura rispetto ai cibi crudi: dopo cottura per ebollizione la perdita è del 50-80% nei vegetali a foglia verde e nei legumi.

Meglio cuocere per ebollizione, per brevi periodi e assumere il brodo di cottura evitando di tagliare/triturare il vegetale prima della cottura. Il sale va aggiunto alla fine in quanto favorisce le perdite vitaminiche.

Utile cuocere con un coperchio ed evitare lunghi ammolli delle verdure. Gli alimenti animali e le patate mantengono più a lungo la stabilità dell’AF nella cottura. L’AF è resistente alla pastorizzazione e il latte, anche se ne contiene modeste quantità, è insieme alle farine un substrato ideale per la fortificazione alimentare.
L’aggiunta di AF ai derivati di cereali, garantisce la stabilità delle farine ottenute durante la conservazione, poiché subisce solo piccole perdite durante la cottura al forno. Per questo motivo l’AF è usato nella fortificazione alimentare obbligatoria in diversi paesi del mondo. Nei Paesi sottosviluppati la carenza di AF è assai diffusa e si manifesta tramite una particolare forma di anemia con aumento del volume dei globuli rossi.

Negli anni 30 la Dott.ssa Lucy Wills osservò che l’anemia macrocitica in donne Indiane gravide di Bombay migliorava con un preparato commerciale chiamato Marmite, a base di estratto di lievito ottenuto dal processo di produzione della birra.
Nel 1941 il ricercatore americano Henry K. Mitchell isolò l’AF nei vegetali a foglia larga: folico viene dal latino folium.
Negli anni ’60 si comprese come il deficit di assunzione di AF con la dieta era la causa dei Difetti del Tubo Neurale (DNT) e nel 1990 vari studi indicarono che la supplementazione preconcezionale con acido folico riduceva il rischio di DNT del 70%, per cui le autorità sanitarie di molti paesi hanno resa obbligatoria la supplementazione delle farine alimentari con AF.
Le donne a rischio di DTN e anamnesi positiva per malformazioni, diabete insulinico ed epilessia, devono assumere AF almeno 1 mese prima del concepimento e per i primi 3 mesi di gravidanza.

È bene proseguire l’assunzione di AF per tutta la gravidanza per controllare l’anemia materna e per prevenire il rischio di complicanze gravidiche quali la pre-eclampsia, il parto pretermine e la nascita di neonati sotto peso, nelle donne che hanno livelli alti di omocisteina. In commercio esistono molti preparati multivitaminici con AF.
Tuttavia l’AF di per se non è metabolicamente attivo, ovvero dopo l’assorbimento nell’intestino deve essere attivato per poter esplicare le sue funzioni. L’Acido Folinico, nella forma di calcio levofolinato, viene invece rapidamente assorbito ed è già biologicamente attivo.

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