a cura della dott. ssa Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta esperta dell’età dello sviluppo

Se c’è qualcosa che ogni genitore vorrebbe poter fare assieme al proprio figlio, oltre a saperlo ascoltare e capire con attenzione e sensibilità, è poter essere ascoltato a sua volta!

Ma è così difficile… Immersi come sono in un ambiente iperstimolante dal punto di vista visivo, i bambini di oggi fanno molta fatica a mettere in pausa la voglia di stare attaccati ai tanti schermi super seduttivi per fermarsi ad ascoltare. Sebbene possa risultare l’opzione più facile per divertirsi, oggi sappiamo che il sovraccarico di stimoli visivi penalizza la capacità di raccogliere informazioni in modo attento e attivo. Ascoltare attiva una modalità di elaborazione cognitiva molto più proattiva rispetto al guardare: il bambino esercita la propria attenzione scegliendo uno stimolo meno invadente, creando uno spazio mentale ed emotivo che serve a rielaborare psicologicamente ciò che viene ascoltato.

Nel momento in cui ascolta, il bambino è portato a immaginare ciò che gli viene detto vocalmente; se gli raccontiamo qualcosa o gli rivolgiamo una domanda, la sua mente lavora attivamente per creare uno “scenario immaginativo”. È divertente osservare come il piccolo interpreti le cose che gli vengono raccontate a partire da ciò che sa del mondo, facendo domande a volte incredibili, che non finiscono di stupirci, per la ricchezza di idee che la loro mente piena di fantasia produce.

In particolare, quando il bambino ascolta un racconto o una favola, immagina i personaggi e “riempie” con l’immaginazione moltissimi passaggi.
Possiamo esercitare la sua capacità di ascolto attivo in modo esplicito, chiedendogli, ad esempio, cosa potrebbe accadere in un determinato momento della vicenda narrata o come andrà a finire. Si tratta di un’attività di grande qualità, che gli consente di sprigionare tutto il potere del suo immaginario e confrontarlo con altre narrazioni possibili, tutte ugualmente belle, tutte ugualmente di valore.

Allenando l’attenzione uditiva attraverso la narrazione, aiuteremo lo sviluppo di capacità di ascolto, che possono essere, poi, in qualche modo “esportate” ad altri contesti: che meraviglia sarà ascoltare, con la porta socchiusa, due bambini educati alla comunicazione che parlano tra loro.

E ci sono molti altri vantaggi che scaturiscono dall’ascolto attivo: l’attitudine ad ascoltare in gruppo (fondamentale da sviluppare già in età prescolare), l’apprezzamento del dialogo familiare e, magari, come si diceva all’inizio, anche la capacità di fermarsi un momento e starci a sentire, senza dover correre qua e là con lo sguardo in un multitasking frenetico in cui nessuna informazione riesce veramente ad essere raccolta e rielaborata.
In questo lungo periodo a casa, il nuovo raccontastorie Faba può diventare il compagno perfetto per giocare e crescere divertendosi.